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domingo, 13 de junho de 2021
Clivo di Scauro, Circa 1856-1859, Roma, Itália
Clivo di Scauro, Circa 1856-1859, Roma, Itália
Roma - Itália
Coleção Jane Martha St. John
Fotografia
Il clivus Scauri ("clivo di Scauro") era una strada della Roma antica che saliva dalla depressione tra Palatino e Celio lungo il lato est di quest'ultimo fino alla sua sommità, dove oggi è piazza della Navicella. Ancora oggi la strada ha mantenuto il nome antico, nel tratto iniziale. Si staccava dalla strada che congiungeva il Circo Massimo al Colosseo appena a nord del Settizonio, dove oggi sorge la chiesa di San Gregorio al Celio, e costeggia la basilica dei Santi Giovanni e Paolo.
Il nome della strada è testimoniato da un'iscrizione di età imperiale e dalle fonti medievali a partire dall'VIII secolo. Probabilmente la sua apertura fu dovuta a un membro della gens Aemilia Scauri, forse Marco Emilio Scauro, censore nel 109 a.C.
La strada ha suggestivamente conservato l'aspetto antico nell'insieme, con alcuni punti affiancati da abitazioni dell'età imperiale, con ampie parti delle facciate conservate e collegate, in un tratto, da archi medievali che scavalcano la via. Il lato sinistro è occupato da alcuni edifici sotto la basilica dei Santi Giovanni e Paolo e altri si trovano su quello destro.
Nei pressi della chiesa di San Gregorio si vedono i resti di un criptoportico (sotto la casa del portiere della chiesa), di un'abitazione del III secolo a più piani (sotto la cappella di Santa Barbara) e un tratto di muro in opera quadrata tufacea su un nucleo di cementizio, resto di un edificio di epoca repubblicana (a destra dell'oratorio di Santa Silvia).
Dietro l'oratorio di Sant'Andrea si vede un'aula basilicale identificata con la biblioteca di papa Agapito I. Un po' più avanti si vede un altro edificio appartenente forse allo stesso complesso; sulla facciata in laterizio si vedono le tracce di tre porte tamponate.
Sulla destra, in piazza Santi Giovanni e Paolo, si vede un edificio di laterizio del III secolo, consistente in una fila di tabernae appoggiate al muro di fondo, con tracce di un secondo piano. Sulla piazza affacciano anche l'ingresso (un tempo principale) di Villa Celimontana, e il podio del Tempio del Divo Claudio. La strada, il cui tratto successivo è oggi intitolato a San Giovanni della Croce, usciva dalla porta Celimontana sotto l'arco di Dolabella, dove incontrava il proseguimento neroniano dell'Acquedotto Claudio.
Palatino, Circa 1856-1859, Roma, Itália
Palatino, Circa 1856-1859, Roma, Itália
Roma - Itália
Coleção Jane Martha St. John
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Monte Palatino (em latim: Collis Palatium ou Mons Palatinus; em italiano: Palatino) é a mais central das sete colinas de Roma e uma das mais antigas partes da cidade. Ela tem uma elevação de 40 metros acima do Fórum Romano, para o qual tem vista em um dos seus lados. De outro, domina o vale ocupado pelo Circo Máximo. A partir da época de Augusto, os palácios imperiais de Roma passaram a ser construídos ali.
O seu nome é a origem etimológica da palavra "palácio", com cognatos em várias línguas (em italiano: palazzo, em francês: palais, em inglês: palace, em alemão: palast, em tcheco/checo: palác).
Piazza della Bocca della Verità, Circa 1856-1859, Roma, Itália
Piazza della Bocca della Verità, Circa 1856-1859, Roma, Itália
Roma - Itália
Coleção Jane Martha St. John
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Foro Romano / Fórum Romano, Circa 1856-1859, Roma, Itália
Foro Romano / Fórum Romano, Circa 1856-1859, Roma, Itália
Roma - Itália
Coleção Jane Martha St. John
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Coliseu / Colosseo, Circa 1856-1859, Roma, Itália
Coliseu / Colosseo, Circa 1856-1859, Roma, Itália
Roma - Itália
Coleção Jane Martha St. John
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Basilica di San Giovanni in Laterano / Arquibasílica Papal de São João de Latrão, Roma, Itália
Basilica di San Giovanni in Laterano / Arquibasílica Papal de São João de Latrão, Roma, Itália
Roma - Itália
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La basilica di San Giovanni in Laterano o cattedrale di Roma, nome completo Papale arcibasilica maggiore cattedrale arcipretale del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano (in latino Archibasilica Sanctissimi Salvatoris et Sanctorum Ioannis Baptistae et Ioannis Evangelistae in Laterano) è la cattedrale della diocesi di Roma, attualmente retta da papa Francesco tramite il cardinale arciprete Angelo De Donatis.
È la prima delle quattro basiliche papali maggiori e la più antica e importante basilica d'Occidente. Sita sul colle del Celio, la basilica è la rappresentazione materiale della Santa Sede, che ha qui la sua residenza.
La basilica e il vasto complesso circostante (comprendente il Palazzo Pontificio del Laterano, il Palazzo dei Canonici, il Pontificio Seminario Romano Maggiore e la Pontificia Università Lateranense) godono dei privilegi di extraterritorialità riconosciuti dalla Repubblica Italiana alla Santa Sede che pertanto ne ha la piena ed esclusiva giurisdizione.
La denominazione ufficiale è "Arcibasilica Papale del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano". Papa Silvestro I, nel IV secolo, la dedicò al Santissimo Salvatore; poi papa Sergio III, nel IX secolo, aggiunse la dedica a San Giovanni Battista; infine papa Lucio II, nel XII secolo, incluse anche San Giovanni Evangelista. È detta "arcibasilica" perché è la più importante delle quattro basiliche papali maggiori; più precisamente, ha il titolo onorifico di Omnium Urbis et Orbis Ecclesiarum Mater et Caput, ovvero Madre e Capo di tutte le Chiese della Città e del Mondo. È detta infine "in Laterano", o "lateranense"; Lateranus era un cognomen della gens Claudia, e nella zona dove sorse la basilica si trovavano dei possedimenti (horti) di quella famiglia.
Basilica di San Giovanni in Laterano / Arquibasílica Papal de São João de Latrão, Circa 1856-1859, Roma, Itália
Basilica di San Giovanni in Laterano / Arquibasílica Papal de São João de Latrão, Circa 1856-1859, Roma, Itália
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Coleção Jane Martha St. John
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Basilica di Santa Maria Maggiore / Basílica de Santa Maria Maggiore, Circa 1856-1859, Roma, Itália
Basilica di Santa Maria Maggiore / Basílica de Santa Maria Maggiore, Circa 1856-1859, Roma, Itália
Roma - Itália
Coleção Jane Martha St. John
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Roma - Itália
Coleção Jane Martha St. John
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Basilica di Massenzio / Basílica de Maxêncio / Basílica de Constantino, Roma, Itália
Basilica di Massenzio / Basílica de Maxêncio / Basílica de Constantino, Roma, Itália
Roma - Itália
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La basilica di Massenzio, più propriamente di Costantino, è l'ultima e la più grande basilica civile del centro monumentale di Roma, posta anticamente sul colle della Velia, che raccordava il Palatino con l'Esquilino. Non fa parte del Foro Romano propriamente detto (pur rientrando oggi nell'area archeologica che lo comprende, estesa fino alle pendici della Velia), ma era nelle immediate adiacenze di esso.
Nelle fonti antiche la basilica è ricordata come Basilica Nova, o Basilica Constantini, o Basilica Constantiniana.
La basilica fu iniziata da Massenzio agli inizi del IV secolo (308-312), ma fu portata a termine con alcune modifiche progettuali dal suo vittorioso rivale Costantino in prossimità del tempio della Pace, già probabilmente in abbandono, e del tempio di Venere e Roma, la cui ricostruzione fece parte degli interventi massenziani. La sua funzione era prevalentemente di ospitare l'attività giudiziaria di pertinenza del prefetto urbano.
Sia gli scavi, sia la pianta della Forma Urbis Severiana hanno dimostrato come in questo punto sorgesse anticamente un grande complesso utilitario dell'epoca domizianea, simmetricamente contrapposto a uno analogo che sorgeva sull'altro lato della Sacra via summa (ampiamente manomesso durante gli scavi del XIX secolo perché scambiato per una costruzione medievale). Una parte di questo edificio più antico era occupata dagli Horrea piperiana, i magazzini del pepe e delle spezie.
Della basilica si perse ben presto la corretta denominazione, e i colossali resti furono noti con la denominazione di Templum urbis. Solo agli inizi del XIX secolo fu nuovamente identificata da Antonio Nibby, che sostenne in proposito una vivace polemica con Carlo Fea.
Durante le Olimpiadi di Roma del 1960, la Basilica di Massenzio ospitò le gare di lotta.
Lo schema costruttivo del gigantesco edificio (100 x 65 m), di cui resta oggi soltanto il lato settentrionale, presentava una navata centrale più larga e più alta (di base 80 x 25 m). Sulla navata centrale si aprivano, invece che le tradizionali navate minori, separate da quella centrale tramite file di colonne, tre grandi nicchie per lato, coperti da volta a botte con lacunari ottagonali ancora ben visibili nella parte superstite. Gli ambienti erano collegati tra loro da piccole aperture ad arco.
La navata centrale era coperta da tre enormi volte a crociera in opus caementicium, alte circa 35 m che poggiavano sui setti murari trasversali che separavano gli ambienti laterali e sulle colonne di marmo proconnesio alte 14,5 m, ciascuna addossata alla loro terminazione. Le colonne sono tutte scomparse: l'unica che ancora si conservava nel XVII secolo venne fatta collocare da Papa Paolo V in piazza di Santa Maria Maggiore nel 1613, dove tuttora si trova. Sorreggevano una trabeazione marmorea, di cui restano resti dei blocchi parzialmente inseriti nella muratura. Le dimensioni e il sistema costruttivo degli spazi interni sono del tutto compatibili con quelli delle grandi sale delle terme, che venivano di fatto chiamate pure "basiliche". L'esempio più illuminante è la sala delle terme di Diocleziano, trasformata poi nella basilica di Santa Maria degli Angeli.
Sul lato corto occidentale, alla testata della navata centrale si apriva un'abside preceduta da due colonne. Nell'abside venne collocata una statua colossale, acrolito costruito parte in marmo e parte in legname e bronzo dorato, alto 12 m. La statua raffigurava in origine lo stesso Massenzio e in seguito venne rilavorata con i tratti di Costantino I. Alcune parti marmoree superstiti furono scoperte nel 1487 e sono ora nel cortile del palazzo dei Conservatori sul Campidoglio (Musei capitolini). La sola testa misura 2,60 m e il piede 2 m.
All'abside occidentale si contrapponeva l'originario ingresso dell'edificio, sul lato corto orientale, preceduto da una scalinata. L'ingresso dava accesso ad un corridoio trasversale aperto sulla navata centrale mediante cinque aperture ad arco. L'ingresso sul lato corto opposto all'abside rappresenta una disposizione che divenne poi tipica delle prime basiliche cristiane.
L'impianto originario subì in seguito alcune modifiche, tra cui l'apertura di un secondo ingresso sul lato meridionale, lungo la via Sacra, scoperto in scavi ottocenteschi. Questo secondo ingresso era costituito da un portico tetrastilo con fusti in porfido, al quale si accedeva con una scalinata, costruita per superare il dislivello tra la via e la Velia.
Il nicchione centrale del lato settentrionale, opposto al nuovo ingresso fu arricchito nello stesso momento di una seconda abside sul fondo, forse destinata anche ad ovviare a problemi strutturali, coperta da una semi-cupola e con le pareti arricchite da nicchie destinate ad ospitare statue su due ordini. Le nicchie erano inquadrate da edicole costituite da piccole colonne poggianti su mensole sporgenti dalla parete. Sul fondo dell'abside era realizzato un podio in muratura destinato ad ospitare il tribunal dei giudici. Intervento, solitamente attribuito al completamento di Costantino, è invece probabilmente da considerare più tardo (probabilmente intorno alla fine del IV secolo), come sembra provare il livello più elevato delle fondazioni della nuova abside.
L'edificio era dotato anche di numerosi collegamenti verticali: all'interno della muratura all'angolo nord-occidentale era inserita una scala a chiocciola, di cui oggi restano cinque gradini; un'altra doveva trovarsi nell'opposto angolo sud-orientale.
La Basilica rappresenta uno snodo nella storia dell’architettura, costituendo un traguardo per la costruzione romana e uno dei punti di riferimento per quella successiva. Tra Quattro e Cinquecento, il monumento è assunto tra i riferimenti progettuali di alcuni degli episodi architettonici, in maggioranza ecclesiastici, più cruciali nel panorama architettonico, come, ad esempio, Sant’Andrea a Mantova, i progetti per San Pietro, San Nicolò di Carpi, o le chiese palladiane.
A orientare l’attenzione verso la basilica massenziana sono in particolare problematiche progettuali legate ai limiti della grande scala - rispetto alle quali gli strumenti espressivi fino ad allora validi risultavano inadeguati, questioni legate ai sistemi di copertura voltati e le tecniche costruttive tipicamente romane, come l'opus caementicium, che fanno della basilica un terreno d’indagine privilegiato, benché non esclusivo.
Non secondariamente a giocare un ruolo nella grande fortuna del monumento è il suo accoglimento in un orizzonte cristiano attraverso la denominazione erronea di Tempio della Pace costruito dai Flavi per commemorare la vittoria su Gerusalemme e nel quale erano conservati gli spolia sottratti al Tempio.
Connessa con il monumento è, ad esempio, la leggenda di Augusto e la Sibilla, che vuole che un tempio (o una statua) pagano crolli il giorno che una vergine partorirà.
Basilica di Massenzio / Basílica de Maxêncio / Basílica de Constantino, Circa 1856-1859, Roma, Itália
Basilica di Massenzio / Basílica de Maxêncio / Basílica de Constantino, Circa 1856-1859, Roma, Itália
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