segunda-feira, 2 de setembro de 2024

100 Anos de Garbatella / 100 Anni di Garbatella, Roma, Itália

 













100 Anos de Garbatella / 100 Anni di Garbatella, Roma, Itália
Roma - Itália
Fotografia


Palazzi che da queste parti vengono chiamati “lotti”, dove quel termine che ne indica l’insieme, riproduce prima di tutto la familiarità di un luogo nella sua accezione più intima. I panni stesi ad asciugare fuori sui fili, collegano sensazioni oltre che finestre e balconi, creano un mix di colori e sensazioni tra parole alternate a silenzi. I gatti onnipresenti, tanto randagi non sono, perché qui, ognuno di loro ha una “casa” o comunque qualcuno che si prende cura di loro. I bar piccoli e quelli divenuti celebri grazie alle fiction tv, il centro anziani Pullino dove ogni giorno si gioca a carte e a bocce; una Casetta Rossa dove mangiare ogni giorno, a pranzo o a cena, “quello che c’è per stare in compagnia”, i ricordi di un passato non troppo lontano e quello di un presente fatto di hub culturali, start up e spazi di coworking.
Benvenuti al quartiere della Garbatella, in quello spicchio speciale di Roma sud in cui sembra di stare un piccolo paese dove tutti si conoscono e si chiamano per soprannome più che per nome, un luogo a sé dove in molti hanno aneddoti da raccontare, inventati e non poco importa, perché “svelare il trucco, interrompe la magia”, come scrive Elena Ferrante. La realtà da queste parti è però ben tangibile, lo è sempre stata, essendo questo un quartiere operaio sorto a ridosso di un porto fluviale mai realizzato (non è quindi certo un caso se quasi tutte le vie portano nomi di armatori o navigatori) il 18 febbraio del 1920 - cento anni fa - quando Vittorio Emanuele III posò la prima pietra in piazza Benedetto Brin. Curioso il suo nome: Garbatella verrebbe da un tipo di coltivazione “a garbata” o “a barbata” tipica della zona, quella dei colli sovrastanti la basilica di S. Paolo che punteggiavano il paesaggio prima dello sviluppo del quartiere. Questa è un’ipotesi, come la seconda – che si riferisce alla particolare amenità del luogo – e una terza, la più accreditata, secondo la quale il toponimo nasce da un’osteria dove si trovava “la garbata ostella”, un’ostessa dai modi così gentili e garbati da divenire celeberrimi.
Secondo la leggenda, come ricorda Gianni Rivolta in “Garbatella 100” (Iacobelli Editore) - un libro prezioso, il diario di una comunità di uomini e donne che è entrata nel nuovo Millennio dopo avere attraversato le stagioni salienti della Storia del Novecento - il suo nome era Carlotta e l’osteria era ubicata nella zona della Basilica di San Paolo, presso via delle Sette Chiese, la strada che i pellegrini percorrevano nel loro pellegrinaggio alle sette chiese di Roma. “Il nome originario Concordia fu dato dal Re come segnale di distensione sociale nel periodo del Biennio rosso (1919-20) e durante il ventennio fascista il Regime cercò di chiamarla Remuria con scarso successo, perché alla fine s’impose il nome più popolare: Garbatella”.
Popolare come lo erano i lavoratori che all’epoca avrebbero dovuto partecipare alla costruzione del porto di Ostia e dei due porti fluviali sul Tevere nel vicino quartiere Ostiense, ma che poi, come ricordato, non vennero più realizzati. Il progetto, dunque, naufragò, ma non la realizzazione di quel quartiere: se all’inizio fu concepito come una borgata separata dalla città circondata dalla campagna, la speculazione edilizia l’ha oggi unita a Roma facendo venir meno quella destinazione d’uso rurale/operaia che però resta ed è ancora visibile negli edifici e negli spazi della parte vecchia del quartiere, creando un legame molto forte - ed inusuale per una grande città - fra passato e presente.
Quello che vi colpirà quando la visiterete è la sua architettura. L’ispirazione primaria era quella della città giardino all’inglese, rivisitata alla romana. Nel suo centro, oltre alle piazze circolari, troverete un complesso di case unifamiliari dotate di cortili interni e di appezzamenti di terreni agricoli che seguono – come ricordato all’inizio - la logica del lotto, qui vero protagonista della sistemazione urbanistica, ma la cosa che vi colpirà di più sarà la varietà degli stili applicati a diverse costruzioni della Garbatella storica, dal barocchetto romano tipico di quegli anni- presente in molti edifici del rione - al razionalismo/futurismo, che rendono questa una delle zone di Roma più singolari e affascinanti, un vero e proprio caso di studio che ha ispirato e ispira architetti e urbanisti di tutto il mondo.
In questi cento anni, la Garbatella ha attraversato e superato la crisi del liberalismo, la nascita del fascismo, il consolidarsi del Regime e poi la guerra, la caduta di Mussolini, la resistenza, la ricostruzione civile e democratica, la formazione dei partiti di massa nella prima Repubblica, il Sessantotto, “gli anni di piombo”, la drammatica stagione del riflusso della politica e della droga, la crisi dei partiti tradizionali, l’entrata in campo di una nuova generazione di politici e di giovani e – ancora - è stata scelta come set per fiction e grandi film (da Alberto Sordi, di cui ricorre il centenario dalla nascita a Nanni Moretti che la percorreva con la sua mitica Vespa in Caro Diario fino a Maria Sole Tognazzi) ancora ha fatto e ancora farà. La cosa più bella, però, è il suo essere rimasta così come era, prima ancora che nella forma, nel suo spirito, che è poi quello che la rende unica. Texto de Giuseppe Fantasia / Ano 2020.
Nota do blog: Data e autoria das imagens não obtidas.

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