Fiat 3 1/2 HP 1899, Itália
Fotografia
The Fiat 3 1/2 HP (also known as the 3½ CV or 4 HP) was the first model of car produced by FIAT, from 1899 to 1900
based on a third party design.
The 3 1/2 HP is related to the Ceirano brothers—Giovanni, Ernesto and Matteo—who
were an influential force in kick-starting the Italian automotive industry. In
fact, they are variously responsible for creating companies including Ceirano GB
& C, Itala, SCAT (Società
Ceirano Automobili Torino) and SPA (Società Piemontese Automobili).
In 1888, after eight years apprenticeship at his father's
watch-making business, Giovanni Ceirano started building Welleyes bicycles,
so named because English names had more sales appeal in Italy. In October 1898,
Giovanni then co-founded Ceirano GB
& C and started producing the Welleyes motor car
in 1899. Its coachwork was by Marcello Alessio.
In July 1899, the Welleyes' plant and patents were sold
to Giovanni Agnelli who then produced the 3 1/2 HP, which became the first ever FIAT. The car had a water-cooled 0.7-liter
(679 cc) 2-cylinder, rear-mounted engine producing 4.2 horsepower at
800 rpm, coupled with a three-speed gearbox without reversing gear. Its
top speed was 35 kilometres per hour (22 mph) and it had a fuel
consumption of 8 litres per 100 kilometres (35 mpg‑imp; 29 mpg).
Giovanni Ceirano was employed by FIAT as the agent for Italy,
however, within a year he left to establish "F.lli Ceirano", which
became STAR (Società Torinese Rapid Cars). In 1904, Matteo Ceirano left Ceirano
GB & C to establish Itala, to then leave in 1906 and also establish SPA (Società Piemontese Automobili) with
chief designer, Alberto Ballacco. That same year, Giovanni Ceirano
founded SCAT (Società Ceirano Automobili Torino).
In total, FIAT produced 24 units (8 of which were in the
first year).
Today, at least four of these first Fiats are in existence:
Two in Italy at the Automobile Museum of Turin and
the Centro Storico Fiat, respectively
One in the United Kingdom at the National Motor Museum
One in the United States at the Ford Museum in Dearborn, Michigan.
La Fiat 3 ½ HP (talvolta anche chiamata Fiat 4
HP con riferimento al secondo tipo di esemplari, con ruote a razze e
radiatore anteriore), fu il primo modello di autovettura costruito
dal 1899 al 1900 dalla
neonata casa torinese FIAT.
Verso la fine del XIX secolo,
il fermento automobilistico che andava diffondendosi in Europa raggiunse
anche l'Italia. Tra la fine del XIX secolo e i
primi del Novecento,
infatti, l'ingegnere veronese Enrico Bernardi ideò
un piccolo
triciclo a benzina, a tutt'oggi considerato come la prima automobile
italiana, la cui produzione venne iniziata dalla Miari & Giusti nel 1894.
L'11 luglio 1899, per volontà di una decina di aristocratici piemontesi che
condividevano la passione per l'automobilismo, fu fondata a Torino la FIAT che,
alla fine dello stesso anno, iniziò la produzione della "3 ½ HP".
Questo primo modello è derivato dalla "Welleyes",
un'automobile progettata dall'ing. Aristide
Faccioli e costruita dalla "Accomandita Ceirano",
acquisita dalla nascente FIAT.
Il motore,
collocato posteriormente,
è un bicilindrico raffreddato
ad acqua attraverso un radiatore a serpentina (sotto al sedile
nei primi esemplari, poi spostato in posizione anteriore, davanti all'assale),
dalla cilindrata di
657 cm³ per una potenza effettiva
di circa 4 ½ HP (la
potenza nominale veniva indicata in 3 ½ HP per fini fiscali) a soli 400 giri al
minuto e che consente una velocità massima di
35 km/h. Aveva distribuzione a valvole laterali, con
quelle di scarico mosse
da un asse a camme e
quelle di aspirazione automatiche (a
depressione) e lubrificazione "a perdere" (cioè con un oliatore che
prelevava l'olio da un serbatoio immergendo delle camme, lo distribuiva
sui cuscinetti mediante piccoli tubi in rame e da lì era
lasciato cadere nella coppa, dalla quale non era recuperato. Tutto il
manovellismo era a vista, con la parte inferiore del monoblocco aperta, a forma
di conchiglia).
Il cambio è a tre marce senza retromarcia e
dotato di dispositivo di ruota libera, la frizione a cono di cuoio e la trasmissione a catena. Doppio sistema
di freni,
esclusivamente posti al retrotreno: quello a pedale che agisce sui semiassi e
quello a mano sulle ruote. Queste ultime
sono di diametro diverso
tra l'anteriore, più piccolo, e il posteriore, sono inizialmente a raggi
tangenti e poi a razze, fabbricate in legno e dotate
di pneumatici 580x55
all'anteriore e 670x55 al posteriore.
Pur essendo una quattro posti, del tipo vis-à-vis,
è una vettura molto compatta con un passo di
1470 mm e carreggiate uguali di 1200 mm. Il consumo veniva dichiarato
in 8 litri di carburante ogni
100 km.
La carrozzeria era costruita da Marcello
Alessio, un noto specialista torinese, pioniere delle carrozzerie per
automobili.
La Fiat 3 ½ HP del 1899 è l'antenata di tutte le automobili
della Casa torinese.
Disegnata dall'ing. Aristide Faccioli che già aveva progettato
la Welleyes di Ceirano, la 3½ HP esteticamente era ancora assai simile alla
vettura a cavalli. Il tipo di carrozzeria per essa adottato è conosciuto col
nome di "Duc-Parc" con sedili posti "vis-à-vis". Come nella
carrozza sono, nella Fiat 3½ HP, le ruote posteriori di diametro maggiore di
quelle anteriori, i parafanghi in cuoio con armatura metallica sagomati a
grande sbalzo (talvolta i parafanghi erano anche in legno), il mantice che
ricopre solo i sedili posteriori, il tipo e la posizione dei fanali, la doppia
balestra disposta ad elisse nell'avantreno, ecc. ecc.
Il suo telaio era costituito da un rettangolo di legno, armato
di ferro agli attacchi delle balestre e alle parti di sostegno degli organi
meccanici; anche la scocca era in legno e aveva per base i longheroni
quadrangolari del telaio, e formava praticamente con questo un corpo unico,
quasi una arcaica forma di carrozzeria portante, in quanto non era facile poter
stabilire se era il telaio che reggeva la carrozzeria oppure questa il telaio.
Le ruote erano di due tipi: a raggi di legno oppure a raggi
metallici tangenti, del tipo ciclistico. La sospensione anteriore era a doppia
balestra formante un' elisse; quella posteriore era a balestra semplice. La
guida avveniva per mezzo di un piantone perpendicolare al pavimento con asta
orizzontale munita di due manopole, ed il volante era costituito da un manubrio
terminante in due impugnature verticali, che gli davano l' aspetto di un
tagliere da cucina, tanto che fu comunemente noto col nome di "mezzaluna".
L'assetto di guida non doveva certo essere ideale, specie quando sui sedili
anteriori prendevano posto due persone, che con la loro presenza dovevano
occultare non poco la visibilità al guidatore.
La trasmissione del moto era assicurata da una corona dentata
con pignone calettato sull' albero differenziale e da catene alle ruote
posteriori. La frizione era a cono diritto e il cambio, con ingranaggi sempre
in presa e ruota libera, aveva tre velocità ed era mancante della retromarcia.
Freno del tipo avvolgente, agente sulle ruote posteriori. Motore bicilindrico
orizzontale collocato posteriormente, dalle seguenti caratteristiche:
- Alesaggio: 65 mm
- Corsa 99 mm
- Cilindrata totale 679 cc.
- Potenza erogata a 400 giri al minuto: HP 3,54
- Accensione del tipo ad accumulatore e bobina
Il raffreddamento avveniva per mezzo di una serpentina
collocata anteriormente alla vettura, costituita di tubi alettati nei quali
scorreva l'acqua. L'acqua, che proveniva dal motore collocato posteriormente,
percorreva attraverso tubazioni tutta la lunghezza della macchina, per arrivare
a raffreddarsi nella serpentina che si trovava sul davanti della vettura: era
un raffreddamento "dinamico", cioè si produceva solo quando la
vettura era in moto, grazie alla corrente d'aria che si creava; a vettura ferma
con il motore acceso si aveva invece un surriscaldamento dovuto alla
ebollizione dell'acqua.
Valvole del motore perpendicolare all'asse dei cilindri (a 90°
rispetto all'asse stesso), del tipo automatico quelle di aspirazione, comandate
quelle di scarico; soluzione comune in quasi tutti i motori di quell'epoca. Il
motore aveva allo scoperto gli organi del manovellismo e quindi erano visibili
le bielle, l'albero motore, la parte inferiore dei cilindri ed il sistema di
lubrificazione a sgocciolamento. La testata del motore era del tipo smontabile.
Lunghezza della vettura 230 cm, larghezza 142 cm, peso 285 kg.
Consumo: circa un litro ogni dodici km; velocità massima oscillante tra i 40 e
50 km/h, benché in una pubblicità della Casa si legga: "velocità da 5 a 60
km all'ora". Sempre sullo stesso foglio pubblicitario si legge ancora:
"motore a benzina brevettato - accensione elettrica - raffreddamento ad
acqua - solidità, eleganza, leggerezza, nessuna trepidazione, nessun rumore,
minimo consumo - prezzi da non temere concorrenza - carrozzeria comune e di
lusso - vetture da passeggio, da corsa e da montagna".
Nota do blog: Primeiro carro produzido pela Fiat.