Roma - Itália
Fotografia
Un arco di trionfo, o arco trionfale, è la costruzione di una monumentale porta ad arco presente a Roma fin dal periodo repubblicano del II sec. a.C. per celebrare solitamente una vittoria in guerra o commemorare una persona importante.
In origine gli archi avevano una sola apertura ad arco centrale, detta fòrnice, delimitata da pilastri laterali. Solo nell'età tardoimperiale, cioè dal 284 d.C. al 476 d.C., si diversificarono con fòrnici laterali e rilievi scultorei decorativi.
Sulla sommità, chiamata attico (che recava l’iscrizione o l’epigrafe dedicatoria), erano posti riferimenti onorari come statue, quadrighe, trofei, sculture allegoriche.
Nell’età augustea, tra il 44 a.C. e il 14 d.C., venne poi inaugurata una tipologia grandiosa dell'arco di trionfo: arricchito con rilievi in marmo o in bronzo che descrivevano le gesta dell'imperatore.
Nell’antica Roma gli archi trionfali venivano realizzati con pasta cementizia e rivestiti di marmo o travertino perché destinati a essere permanenti nel tempo ma venivano anche eretti archi temporanei in legno, costruiti e poi smontati, per essere utilizzati in occasione di festeggiamenti e parate.
Quest’ultima temporanea costruzione di un arco viene ripresa nel ‘500, ma è con l’affermarsi del Barocco tra la fine del XVI e l’inizio del XVII che trova una sua stupefacente espressione.
In questo periodo artistico gli apparati effimeri dilagano nella vita pubblica e vengono costruiti su misura dell’evento da celebrare, assurgendo a simboli visuali coinvolgenti e seducenti.
Architetture in legno e cartapesta, e tra queste anche archi trionfali, venivano realizzate in strade e piazze; e addobbi provvisori venivano applicati a palazzi e chiese creando effetti illusionistici nel contesto urbano modificandone, anche se per un periodo di tempo ristretto, l’assetto reale.
Un rinnovato utilizzo dell’arco di trionfo temporaneo a Roma è proseguito nel corso dell’800, quando si è voluto attribuire attraverso questa forma architettonica un significato particolare a eventi con valenza altamente religiosa e popolare.
Di queste realizzazioni di cui si fa cenno in alcuni scritti non è rimasta generalmente una soddisfacente traccia documentale e iconografica, quest’ultima consistente prevalentemente in una rappresentazione attraverso disegni, incisioni o dipinti che comunque, laddove esistente, non sembra aderire all’effettiva forma originale.
A questo fa eccezione una suggestiva costruzione di un arco trionfale del 1846 della quale si dispone, otre che di una incisione su rame conforme al suo reale prospetto, anche di una riproduzione fotografica, tecnica che in quel periodo muoveva ancora i primi passi.
Nella foto si vede un arco di trionfo collocato sullo sfondo di via del Corso e incastonato tra le due chiese di Santa Maria in Montesanto e Santa Maria dei Miracoli che affacciano su piazza del Popolo.
Guardando la foto, e grazie anche alla sua singolare definizione, l’illusione che l’arco temporaneo sia stato realizzato utilizzando materiale cementizio e marmoreo e non, come in effetti è, in legno diversamente dipinto nelle sue componenti, è notevole e sorprendente.
L’arco trionfale, finanziato da un comitato popolare, fu eretto su progetto dell’architetto Felice Cicconetti l’8 settembre 1846 in onore e gloria del Papa Pio IX.
Il comitato, promosso da Angelo Brunetti detto Ciceruacchio, era ricorso a tale modalità per tributare un ringraziamento a nome di tutto il popolo romano a Pio IX che, eletto Papa il 21 giugno 1846, aveva nei primi mesi del suo pontificato concesso l’amnistia per i reati politici e dimostrato un’apertura alle richieste liberali della popolazione ottenendo così la fama di “papa liberale”.
Tale riconoscimento però, come dimostrarono i fatti accaduti qualche anno dopo, risultò clamorosamente smentito dalla posizione illiberale che il Pontefice assunse nei confronti della costituzione della Repubblica Romana del 1848, per la cui soppressione ricorse all’intervento armato della Francia.
Dell’evento, legato all’edificazione dell’arco onorario, abbiamo la cronaca che si fece attraverso un libretto pubblicato il giorno seguente alla sua presentazione: dove nella descrizione minuziosa dell’incedere del corteo papale si scrive tra l’altro:
“Augusto, Tito e Traiano trascinarono avvinte al carro trionfale le vittima del loro orgoglio; ma Pio IX Vir mitissimus super omnes homines, procedeva tra gli ulivi di pace coll’arma del suo sorriso e della sua moltitudine affollata, non mai veduta, strappando lagrime da tutti gli occhi, sospiri da tutti i cuori…”.
Altra testimonianza di quell’evento è costituita dall’incisione di una medaglia in bronzo che su una faccia riporta il profilo di Papa Pio IX e sull’altra il prospetto dell’arco temporaneo eretto a suo perenne trionfo.
Fotografia
Un arco di trionfo, o arco trionfale, è la costruzione di una monumentale porta ad arco presente a Roma fin dal periodo repubblicano del II sec. a.C. per celebrare solitamente una vittoria in guerra o commemorare una persona importante.
In origine gli archi avevano una sola apertura ad arco centrale, detta fòrnice, delimitata da pilastri laterali. Solo nell'età tardoimperiale, cioè dal 284 d.C. al 476 d.C., si diversificarono con fòrnici laterali e rilievi scultorei decorativi.
Sulla sommità, chiamata attico (che recava l’iscrizione o l’epigrafe dedicatoria), erano posti riferimenti onorari come statue, quadrighe, trofei, sculture allegoriche.
Nell’età augustea, tra il 44 a.C. e il 14 d.C., venne poi inaugurata una tipologia grandiosa dell'arco di trionfo: arricchito con rilievi in marmo o in bronzo che descrivevano le gesta dell'imperatore.
Nell’antica Roma gli archi trionfali venivano realizzati con pasta cementizia e rivestiti di marmo o travertino perché destinati a essere permanenti nel tempo ma venivano anche eretti archi temporanei in legno, costruiti e poi smontati, per essere utilizzati in occasione di festeggiamenti e parate.
Quest’ultima temporanea costruzione di un arco viene ripresa nel ‘500, ma è con l’affermarsi del Barocco tra la fine del XVI e l’inizio del XVII che trova una sua stupefacente espressione.
In questo periodo artistico gli apparati effimeri dilagano nella vita pubblica e vengono costruiti su misura dell’evento da celebrare, assurgendo a simboli visuali coinvolgenti e seducenti.
Architetture in legno e cartapesta, e tra queste anche archi trionfali, venivano realizzate in strade e piazze; e addobbi provvisori venivano applicati a palazzi e chiese creando effetti illusionistici nel contesto urbano modificandone, anche se per un periodo di tempo ristretto, l’assetto reale.
Un rinnovato utilizzo dell’arco di trionfo temporaneo a Roma è proseguito nel corso dell’800, quando si è voluto attribuire attraverso questa forma architettonica un significato particolare a eventi con valenza altamente religiosa e popolare.
Di queste realizzazioni di cui si fa cenno in alcuni scritti non è rimasta generalmente una soddisfacente traccia documentale e iconografica, quest’ultima consistente prevalentemente in una rappresentazione attraverso disegni, incisioni o dipinti che comunque, laddove esistente, non sembra aderire all’effettiva forma originale.
A questo fa eccezione una suggestiva costruzione di un arco trionfale del 1846 della quale si dispone, otre che di una incisione su rame conforme al suo reale prospetto, anche di una riproduzione fotografica, tecnica che in quel periodo muoveva ancora i primi passi.
Nella foto si vede un arco di trionfo collocato sullo sfondo di via del Corso e incastonato tra le due chiese di Santa Maria in Montesanto e Santa Maria dei Miracoli che affacciano su piazza del Popolo.
Guardando la foto, e grazie anche alla sua singolare definizione, l’illusione che l’arco temporaneo sia stato realizzato utilizzando materiale cementizio e marmoreo e non, come in effetti è, in legno diversamente dipinto nelle sue componenti, è notevole e sorprendente.
L’arco trionfale, finanziato da un comitato popolare, fu eretto su progetto dell’architetto Felice Cicconetti l’8 settembre 1846 in onore e gloria del Papa Pio IX.
Il comitato, promosso da Angelo Brunetti detto Ciceruacchio, era ricorso a tale modalità per tributare un ringraziamento a nome di tutto il popolo romano a Pio IX che, eletto Papa il 21 giugno 1846, aveva nei primi mesi del suo pontificato concesso l’amnistia per i reati politici e dimostrato un’apertura alle richieste liberali della popolazione ottenendo così la fama di “papa liberale”.
Tale riconoscimento però, come dimostrarono i fatti accaduti qualche anno dopo, risultò clamorosamente smentito dalla posizione illiberale che il Pontefice assunse nei confronti della costituzione della Repubblica Romana del 1848, per la cui soppressione ricorse all’intervento armato della Francia.
Dell’evento, legato all’edificazione dell’arco onorario, abbiamo la cronaca che si fece attraverso un libretto pubblicato il giorno seguente alla sua presentazione: dove nella descrizione minuziosa dell’incedere del corteo papale si scrive tra l’altro:
“Augusto, Tito e Traiano trascinarono avvinte al carro trionfale le vittima del loro orgoglio; ma Pio IX Vir mitissimus super omnes homines, procedeva tra gli ulivi di pace coll’arma del suo sorriso e della sua moltitudine affollata, non mai veduta, strappando lagrime da tutti gli occhi, sospiri da tutti i cuori…”.
Altra testimonianza di quell’evento è costituita dall’incisione di una medaglia in bronzo che su una faccia riporta il profilo di Papa Pio IX e sull’altra il prospetto dell’arco temporaneo eretto a suo perenne trionfo.
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