Propaganda "Nuova Bottiglia, Vecchia Ricetta", Ferro-China Bisleri, Bisleri, Itália
Propaganda
Felice Bisleri nacque a Gerolanuova (Brescia) il 30 nov. 1851, da genitori che esercitavano un piccolo commercio. Passata la fanciullezza a Milano, allo scoppio della terza guerra d’indipendenza, non ancora quindicenne, si recò a Torino per arruolarsi fra i volontari garibaldini e partecipò alla campagna del Trentino. Ferito ad una spalla a Bezzecca (21 luglio 1866), continuò a combattere e fu decorato con medaglia d’argento.
Tornato a Milano, entrò come commesso nella bottega di cappellaio del fratello Luigi, che lasciò poco dopo. Finito il servizio militare di leva, tentò più mestieri, divenendo infine piazzista di caffè. Sposatosi, prese in affitto una piccola bottega in via Savona 16, dove attrezzò un modesto laboratorio chimico, deciso a dedicarsi all’industria chimica farmaceutica. Progettò la preparazione di un ricostituente, e, pur essendo digiuno di chimica, riuscì, con l’aiuto di alcuni libri e di molta tenacia, a preparare una miscela stabile di china e di ferro: il “Ferro-China Bisleri” (1880). Fondata la ditta “Felice Bisleri e C.”, cominciò la produzione semindustriale del suo liquore, lanciandolo con dovizia e originalità di mezzi pubblicitari.
Nel 1894 il Bisleri concordò l’acquisto, per 900.000 lire, dell’acqua minerale della fonte Angelica di Nocera Umbra, immettendola in commercio con una grande pubblicità e con distribuzioni gratuite in ospedali e in località sprovviste di acqua potabile. Nel campo delle sorgenti di acque minerali è da ricordare la sua attività a favore di Montecatini e di San Pellegrino.
Ottenuta l’affermazione della “Nocera Umbra”, Bisleri si dedicò a un terzo prodotto. Acquistata da un farmacista maremmano una ricetta di pillole risultanti dall’associazione di farmaci noti, quali il chinino, l’arsenico e il ferro, migliorò il preparato, cui dette il nome di “esanofele” per sottolineare l’azione antianofelica, e chiese al malariologo G. B. Grassi di sperimentarlo (1899). Il farmaco dette buoni risultati e si diffuse anche all’estero, talché l’attività di Bisleri poté a buon diritto inserirsi nella lotta antianofelica allora in pieno svolgimento.
In tale occasione Bisleri organizzò non solo ricerche sperimentali, ma promosse anche la raccolta della letteratura scientifica sulla malaria e curò la stampa e la diffusione, sempre a sue spese, di vari volumi sull’argomento, con passione che prescindeva da ogni immediato successo industriale.
Connesso col problema della malaria era quello della bonifica delle terre malsane, che avrebbe anche portato il recupero di migliaia di ettari di terreno coltivabile. Nel volume Idee Bisleri raccolse i suoi piani in proposito, offrendo allo Stato o alle banche che s’impegnassero a favorire l’inizio dell’impresa l’appoggio della sua esperienza e del suo denaro. Ma i tempi non erano ancora maturi e, per di più, il progetto fu reso inattuabile dallo scoppio della prima guerra mondiale.
Iniziato il conflitto, Bisleri fece sorgere e mantenne a sue spese per quattro anni, a Corsico, un ospedale sussidiario militare con 120 letti, dove lavorarono come crocerossine le sue due figlie. Per le sue attività industriali fu nominato cavaliere del lavoro. Morì a San Pellegrino il 17 settembre 1921.
Industriale di vedute geniali, Felice Bisleri è soprattutto da ricordare per avere tra i primi, non solo in Italia, ma anche nel mondo, fatto uso senza economia di una intelligente pubblicità. Aperto a tutti i mezzi moderni di propaganda e di divulgazione, fondò nel 1892 la Rivista medica, mensile che inviava gratuitamente a migliaia di sanitari, e Il Corriere dei due mondi; contribuì inoltre alla fondazione del periodico Vita internazionale.
Fu anche autore di un Progetto sulla tassa di fabbricazione degli alcool e proposte di tassa di licenza sulle minute vendite (Milano 1888), in cui si opponeva ad un troppo severo regime fiscale sugli alcoli, dannoso specialmente per le piccole industrie.
Nota do blog: Propaganda atual da "Ferro-Quina Bisleri".
Nenhum comentário:
Postar um comentário