Coleção privada
OST - 96x78 - 1869
Girolamo Induno
fu fervente patriota. Partecipò ai moti del '48 a Roma, alla guerra di Crimea
(1854-55) e, devoto garibaldino, seguì il suo generale in molte battaglie,
riportandone schizzi e appunti che utilizzò per elaborare tele di soggetto
militare. Nel 1859 fu promosso ufficiale e dopo il 1860 fece ritorno a
Milano, dove rimase a lavorare nel suo studio. Divenne il pittore ufficiale dei
soggetti patriottici, da quelli istituzionali - tra i quali ricordiamo La battaglia di Magenta (1861) e L'imbarco a Genova del generale
Giuseppe Garibaldi (1860), entrambi al Museo del Risorgimento a Milano
- a quelli più intimi, a lui più congeniali, ai quali appartiene il nostro Ritorno dal campo.
Secondo lo spirito del Realismo abbracciato da Induno la guerra non è fatta solo dalle gesta di celebri condottieri, ma soprattutto dai semplici atti quotidiani di anonimi soldati e dei familiari che attendono il loro ritorno. In La lettera dal Campo del 1859 e Il ritorno del marinaio del 1866-70, Induno racconta le storie di chi - troppo giovane o troppo anziano per partire – è rimasto a casa e legge con trepidazione le notizie provenienti dai campi di battaglia e chi, anche se ferito, è riuscito fare ritorno. In queste due opere il pittore indugia sugli aspetti più intimi della scena: il focolare domestico, povero, ma caldo e accogliente dove il soldato ritroverà i propri famigliari o il mantello ricamato della donna che prende sottobraccio il marinaio.
In Il ritorno dal Campo il pittore propone gli stessi temi: la giovane moglie indossa i suoi abiti più belli e ha portato con sé la figlioletta affinché possa subito riabbracciare suo padre; la giornata serena - che permette di scorgere le guglie del duomo di Milano sullo sfondo - crea un'atmosfera di gioia e serenità. La scena è osservata con profonda partecipazione, i piccoli gesti acquistano la capacità di commuovere, conferendo valore poetico e morale alla raffigurazione.
Il soggetto deve aver avuto una discreta fortuna dal momento che fu replicato dall'Induno in più occasioni. Una versione datata 1867 è pubblicata dal Nicodemi (G. Nicodemi, Domenico e Gerolamo Induno, Milano 1945, n.157) e un'altra di formato molto più ridotto (cm 29 x 17) è stata venduta da Sothebys' a Milano nel 2004 (22.800€). Come attestato dal cartellino vergato dall'Induno e applicato sul telaio (fig.2), l'opera qui proposta fu commissionata al pittore dal signor Giuseppe Bossi nel 1869.
Fonte : http://www.sothebys.com/en/auctions/ecatalogue/2011/old-master-paintings-19th-century-paint-mi0314/lot.98.html
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