Central Termoelétrica Rainha Margarida, Milão, Itália
Centrale Termoelettrica Regina Margherita
Milão - Itália
Museu Nacional de Ciência e Tecnologia Leonardo da Vinci Milão
Maquinário
Categoria principale
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Inventore
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Ponzio Giuseppe,
Saldini Cesare
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Periodo
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fine sec. XIX
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Anno
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1895
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Numero inventario
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5093
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Collocazione
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piano terra,
ingresso, "sala Regina Margherita"
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Altezza
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387 cm
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Larghezza
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665 cm
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Lunghezza
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1445 cm
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Peso
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220000 kg
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Materiali
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acciaio/
fusione, ceramica, cuoio, ferro/ fusione/ battitura/ doratura, ghisa, marmo,
nylon, ottone, rame
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Acquisizione
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Questa centrale consta di due parti: una parte termica costituita da una
macchina a vapore a due cilindri orizzontali ed una parte elettrica costituita
da due alternatori e due dinamo eccitatrici. E' inoltre presente un quadro
elettrico di controllo e un sistema di illuminazione a 8 lampioni.
La centrale Regina Margherita generava corrente elettrica alternata ad
una tensione di 200 V per usi interni al setificio. Inoltre forniva forza
motrice per i telai ed elettricità per l'illuminazione degli ambienti.
L'energia termica generata dalla macchina a vapore viene trasformata in
energia meccanica di movimento e, successivamente, in energia elettrica.
Inaugurata nel 1895 alla presenza del Re Umberto I e della Regina
Margherita, alla quale venne dedicata, questa grande centrale per la produzione
di energia elettrica fu installata nelle officine della Società Egidio e Pio
Gavazzi di Desio (Milano), dove continuò a funzionare fino al 1954. La Regina
Margherita, oltre a garantire l’approvvigionamento elettrico per
l’illuminazione della fabbrica, aveva il compito principale di azionare fino a
1800 telai per la lavorazione della seta. Nel 1958 la società Egidio e Pio
Gavazzi propose la donazione della centrale al Museo. Per collocare l'imponente
macchinario, nel sito dove si trova ancora oggi, fu traslocata la sala di
consultazione della stampa tecnica, fu demolito il pavimento e costruito un
basamento necessario a sostenere il complesso. Poi fu smontata la centrale a
Desio utilizzando i carri ponte usati per la manutenzione e fu trasportata con
un autotreno della Riva al Museo dove fu rimontata manualmente e collegata ad
un motore elettrico, accoppiato con un riduttore, per metterla in movimento.
Infatti il focolare e la caldaia, con relativi tubi e pompe di distribuzione
del vapore, non sono stati trasportati al Museo. Questa macchina è un esempio
di macchina a vapore a doppia espansione o compound. La macchina a vapore a
doppia espansione fu brevettata nel 1781 da J. Hornblower senza ottenere
risultati pratici soddisfacenti. Nel 1804 A.Woolf e H. Edwards brevettarono una
macchina simile che, nel 1811, diede i rendimenti voluti: era stato trovato il
giusto rapporto tra i due cilindri. Infatti il rendimento di una macchina a
vapore è elevato se, a parità delle altre condizioni, vi è una grande
differenza tra il massimo e il minimo dei valori che assume la pressione nel
cilindro durante la corsa dello stantuffo. Per ottenere differenze di 2 o più
atmosfere bisognava far entrare il vapore nel cilindro in forte pressione e
lasciare che espandesse il più possibile, ma questo avrebbe richiesto una corsa
molto lunga dello stantuffo. Per ovviare a ciò pensarono di spezzare questa
corsa facendo passare il vapore in un secondo cilindro parallelo al primo e più
grande perchè doveva contenere la stessa quantità di vapore del primo ma più
espansa.
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